fondazione scuola isabella 64 ed

mediamente bullo

 

Nel contrasto al bullismo ridare dignità al dialogo tra pari e alla parola è particolarmente significativo perché contrasta il contesto del silenzio in cui la violenza prende forza e si sviluppa. Un silenzio che ha almeno tre forme, che corrispondono anche a tre gravi malattie della nostra cultura sociale: non intervenire quando si avrebbe il dovere di farlo, sfuggendo alla propria responsabilità; girare la testa dall'altra parte facendo finta di non vedere; tacere (omertà) sulle cose sbagliate che accadono. Sono tre comportamenti fratelli, senza i quali i bulli e molti altri violenti non potrebbero seguitare ad agire.

Progetti come quello di Essere Umani possono aiutare a far emergere simili comportamenti e ad incoraggiare tutti i soggetti coinvolti ad abbandonarli. L'attenzione, infatti, non è da rivolgere solo agli attori e alle vittime degli atti di bullismo, ma anche a coloro che, soprattutto in ambito scolastico, dove molti di questi comportamenti indesiderati si manifestano, possono e debbono fare qualcosa. Molti adulti, e soprattutto insegnanti, non intervengono a fronte di atti di prevaricazione che avvengono in loro presenza.

È un fenomeno ampiamente studiato e del quale tanti di noi hanno avuto purtroppo conoscenza diretta. Si nega il fatto, si minimizza, si parla di ragazzate o lo si propone come se fosse un incidente. Perché magari non si sa che cosa fare, come reagire. Il bullismo è uno di quei fenomeni che fa capire la necessità di "fare sistema", di essere società, di impegnare competenze professionali differenti e tante energie per comprendere e curare davvero ferite tanto profonde.

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